È un “mondo al contrario”. E il libro del generale Vannacci ce lo conferma (due volte)
È un mondo al contrario quello in cui viviamo. Un mondo in cui prima di dire che 2+2 fa 4 siamo invitati a valutare se, al di là della matematica (roba da medievali!) non sia meglio lasciare aperta la questione per non offendere nessuno. Né i due, né i quattro, né i cinque, né coloro che pensano, ragionano o vivono diversamente la “loro” matematica: magari con un pensiero più “aperto” e meno tradizionale, più moderno e avanguardista per cui 2+2 può fare quello che tu vuoi tu, basta volersi bene. Fa nulla se a offendersi sia la maestra di matematica della prima elementare. Gli adulti, i vecchi, i boomer si adeguino al nuovo corso fatto di libertà, di sfumature e di spensieratezza ecoostenibile e arcobaleno.
È un mondo al contrario e ne abbiamo la prova ogni giorno. Un mondo nel quale una scrittrice di fama e di successo (premiata, intervistata, incensata, incattedrata, lodata da ogni parte persino da coloro che lei accusava) viene definita “controcorrente” pur avendo essa prestato la propria voce al padrone, mentre chi pensa diversamente viene insultato, sbeffeggiato, censurato, querelato e sanzionato.
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