Testa•del•Serpente

"Rinunciare a tutto per salvare la testa" •

Archivi per il mese di “settembre, 2023”

L’opzione Pell. Contro il “wokismo” nella Chiesa

A meno di un anno dalla sua morte, avvenuta improvvisamente a Roma il 10 gennaio 2023 a pochi giorni dalla morte di Benedetto XVI, la voce del cardinale australiano George Pell non cessa di farsi sentire nella Chiesa e nella società come un monito ed una chiamata urgente al ravvedimento contro le spinte woke e contro il pericoloso piano inclinato in cui versa la Chiesa alla vigilia del “Sinodo sulla sinodalità”.

A contribuire a diffondere il messaggio del cardinale un libro appena pubblicato in Australia sulla figura e il pensiero di colui che fu arcivescovo di Melbourne e poi di Sydney prima di approdare a Roma per occuparsi in prima persona delle finanze vaticane. Il libro “Pell contra mundum” (Connor Court Publishing, pp. 240, pubblicato il 16 settembre e già disponibile nelle librerie romane) raccoglie diversi interventi di chi ha conosciuto da vicino il cardinale e tre testi scritti dallo stesso Pell. Tra questi, un articolo pubblicato su The Spectator di Londra l’11 gennaio 2023 in cui il cardinale mette nero su bianco la sua seria preoccupazione per la situazione della Chiesa, assediata da una mentalità mondana e da un sogno sinodale che si è “trasformato in un incubo tossico nonostante le buone intenzioni professate dai vescovi”. Un testo che riprende e sintetizza l’ormai noto “memorandum” che (firmato con lo pseudonimo “Demos”) girava in Vaticano mesi prima della morte del Cardinale e a lui posteriormente attribuito.

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Festa di san Matteo, che stava seduto (e subito si alzò)

GLI DISSE: “SEGUIMI!” (Mt 9,9-13)
In quel tempo, mentre andava via, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. (…)

STAVA SEDUTO E SUBITO SI ALZÒ
A nessuno piace alzarsi dalla sedia se ci si è appena seduti. Tanto meno alzarsi se si è seduti per occuparsi dei propri affari, mangiare, riposare, lavorare… Matteo è seduto a lavorare, a guadagnare. Gesù lo chiama: “Alzati!”. D’istinto avrebbe sbuffato e risposto, come spesso facciamo noi: “Un attimo”, “Arrivo”, “Finisco e sono da Lei”. Invece Matteo si alza e lo segue (“Senza indugio”, come i pastori a Betlemme). Il dinamismo della fede prevede la rottura con la sedentarietà ma soprattutto con la comodità e la ricerca del proprio benesse. Matteo ha il merito di scomodarsi per seguire uno sconosciuto (dicono i Padri che fu illuminato interiormente), noi invece non ci alziamo volentieri nonostante chi ci chiama abbia dato prova certa della sua autorevolezza, con la sua risurrezione, per aver sconfitto la morte. Preferiamo vivere da “mortali seduti” piuttosto che da “immortali in piedi”. Il Vangelo poi cambia scena: tutti sono “seduti” a tavola con Gesù: è solo alzandosi dal “banco” che possiamo sederci al “banchetto” assieme con Colui che ci ha chiamati. Questo, il vero riposo. Questo il vero guadagno.

La beatificazione della famiglia Ulma: un evento straordinario

Domenica 10 settembre, a Marcowa (Polonia), verrà beatificata un’intera famiglia di cui la Chiesa ha riconosciuto le virtù eroiche e il martirio per mano dei nazisti durante la seconda guerra mondiale. I coniugi Józef e Wiktoria Ulma e i loro sette figli (di cui l’ultimo ancora nel grembo della madre) furono accusati e uccisi la notte tra il 23 e il 24 marzo del 1944 per aver accolto clandestinamente nella stalla della loro fattoria 8 ebrei perseguitati dal regime. I primi a morire furono i genitori: 44 anni lui e 32 lei, che poco prima di venire giustiziata iniziò ad avere le prime contrazioni. Una strage consumata davanti agli occhi dei bambini, anche loro uccisi senza alcuna pietà dagli uomini di Hitler: Stanisława, 8 anni, Barbara, 7, Władysław, 6, Franciszek, 4, Antoni, 3, Maria, 2 e il piccolo ancora nel grembo della madre.

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JMJ. Un río de vocaciones en Lisboa

Asís 1.221

Los ojos de Antonio estaban fijos en Francisco. El Capítulo de 1221, conocido como Capítulo de las Esteras – como refiere Jordán de Giano, que estuvo presente, en su Crónica de 1261 – había reunido en Asís centenares de frailes provenientes de todas partes de Italia. Entre ellos Antonio, sacerdote portugués nacido en Lisboa que había dejado la orden de los agustinos para unirse a los frailes del poverello de Asís.

Llegado a la ciudad de Messina tras el naufragio de la nave que debía llevarlo de vuelta a Portugal, Antonio acogió con immensa alegría aquél don inesperado de la Divina Providencia: participar al gran encuentro de frailes y, finalmente, ¡poder ver y escuchar al famoso Francisco de Asís!

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GMG. Un fiume di vocazioni inonda Lisbona

Assisi , maggio 1221

Gli occhi di Antonio erano puntati su Francesco. Il capitolo del 1221 detto “delle stuoie” – così come ci viene riportato da frate Giordano da Giano nella sua Cronaca scritta nel 1261- aveva riunito ad Assisi centinaia e centinaia di frati provenienti da tutte le parti d’Italia. Tra questi Antonio, sacerdote portoghese nato a Lisbona, che aveva lasciato gli agostiniani per unirsi ai frati seguaci del poverello di Assisi. Sbarcato a Messina dopo il naufragio della nave che, dal Marocco, doveva riportarlo in Portogallo, Antonio accolse con immensa gioia quel dono inaspettato della divina provvidenza: partecipare al grande raduno di frati e finalmente vedere e ascoltare il famoso Francesco di Assisi! Nello spiazzale accanto alla Porziuncola si accampano nelle loro stuoie (da qui il nome del Capitolo,) un numero di frati mai visto fino a quel momento: tremila secondo fra Giordano, cinquemila secondo altre fonti. Il tema scelto da Francesco per quel Capitolo, che segnò la storia dell’ordine, fu “Sia benedetto il Signore mio Dio che addestra le mie mani alla guerra!” (Sal. 143). Il poverello esortò i suoi confratelli ma predicò anche al popolo e al clero accorso per assistere a un simile spettacolo. Si legge ne I Fioretti: “Francesco in fervore di spirito propone la parola di Dio, e  predica loro in alta voce quello che lo Spirito Santo gli facea parlare” (Fioretti, cap. XVI).

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