Sembra un sogno, un tuffo nel passato. Sembra essere in pieno sessantotto, durante i cortei della rivoluzione sessuale che dalle università si riversavano per le strade di Parigi. Ma siamo nel 2024 e la folla che esulta festante radunata sotto la Tour Eiffel per il riconoscimento dell’aborto come un diritto costituzionale ha il sapore di una macabra danza, di un corteo funebre.
Con la conferma di Pedro Sánchez come premier spagnolo, si rassoda l’asse europeo tra Francia e Spagna a favore dell’aborto libero. Il segretario del Partito Socialista Operaio Spagnolo (PSOE) Sánchez è riuscito nell’intento di farsi rieleggere dopo una rocambolesca tornata elettorale che lo ha visto sconfitto alle urne ma vincitore nella battaglia finale per l’investitura grazie all’alleanza coi separatisti e ad una legge ad hoc che prevede l’amnistia per i reati commessi contro la Costituzione e l’unità nazionale. Un governo fragile in partenza ma che potrà proseguire per altri 4 anni il lavoro iniziato la passata legislatura sostenuta dal partito ultra radical-femminista Unidas Podemos.
«Signore, dammi un’anima che non conosca la noia, i brontolamenti, i sospiri, i lamenti e non permettere che mi crucci eccessivamente per quella cosa troppo ingombrante che si chiama "io"».
Un sogno
"La vita non è che un sogno: presto ci sveglieremo con un grido di gioia!" (S. Teresa di Lisieux)
Maria che scioglie i nodi
La devozione di Papa Francesco. Clicca sull'immagine per leggere la storia.