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Spagna: Polemica contro la natura: quando la verità diventa “illegale”


bus-madridUn bus con un messaggio rivoluzionario

«I bambini hanno il pene. Le bambine la vagina. Non ti far ingannare. Se nasci uomo sei un uomo, se nasci donna lo continuerai a essere». Non ci sarebbe nulla da eccepire nel leggere questa frase, ma in questi giorni un paese intero, la Spagna, è infuocato da un’aspra polemica proprio a causa di queste dichiarazioni tutt’altro che sconvolgenti. La scritta è apparsa su un pullman arancione che lunedì ha iniziato a girare per le strade di Madrid e che era previsto approdasse in diverse città della penisola. Ma il bus è stato immediatamente fermato dalle autorità per incitazione all’odio!

L’iniziativa è dell’organizzazione Hazte Oír, conosciuta in Spagna per le sue campagne contro le leggi progressiste e contrarie alla famiglia naturale; La piattaforma HazteOír.org fu fondata nel 2001 come associazione no profit dedita alla diffusione di campagne di protesta tra i cittadini contro i “poteri forti” della politica e alle leggi contrarie alla dignità umana e alla libertà di espressione. Nel suo statuto, la ONG si promette di impegnarsi nella difesa della vita, della famiglia e delle libertà fondamentali dell’uomo in Spagna e nel mondo. Durante il governo laicista di Zapatero, oltre alle campagne, sono state organizzate marce e sit-in di protesta contro le politiche anti-familiari dell’ex premier socialista (“divorzio express”, “matrimoni omosessuali”…).

A causa delle numerose iniziative contro l’aborto, contro il cosiddetto matrimonio omosessuale, contro l’introduzione dell’ideologia gender nelle scuole e contro le iniziative dei gruppi LGBT sostenute da socialisti e “podemisti” (tutti i cavalli di battaglia del governo Zapatero ora sposati anche dalla destra al governo), il gruppo Hazte Oír è da anni bersaglio delle più aspre critiche, oggetto di accuse e insulti e diffamazioni di ogni tipo. E’ considerata un covo di cattolici ultra-tradizionalisti e oscurantisti legati al Partito Popolare e all’ex arcivescovo di Madrid, il cardinale Antonio Maria Rouco.

bimbecolpeneIl precedente: “Ci sono bambine col pene”.

La campagna di Hatze Oír nasce come una risposta ad un’altra campagna attuata nel nord del paese, nelle provincie di Euskadi e Navarra, e che veicolava il messaggio opposto. L’Associazione di Famiglie con minori transessuali “Chrysallis” aveva diffuso per tutta la regione lo slogan “Hay niñas con pene y niños con vulva” (“Ci sono bambine col pene e bambini con vagina”) disseminando giganteschi cartelloni per tutte le città e nelle stazioni metro. La campagna  LGBT – frutto di un investimento privato di circa 30mila dollari proveniente dagli Stati Uniti– provocò sconcerto e scandalo non soltanto tra i cattolici tanto che la locandina – che presentava un disegno di una bambina nuda col pene e di un bambino nudo con la vagina – venne censurata anche da Facebook, da sempre sostenitore della propaganda gender. In quella occasione diverse associazioni, tra cui Hazte Oír raccolsero firme per chiedere il ritiro immediato della provocatoria réclame ma non ci fu nulla da fare: nessuno ha pensato di dover censurare la campagna transgender.

Attacchi e minacce dalla politica e dai media.

Al contrario, da quando il bus di Hazte Oír ha iniziato il suo percorso per le strade di Madrid, in meno di 24 ore, si è alzata unanime la protesta contro l’iniziativa sia da tutti i componenti del mondo politico che dai media nazionali. Tutti i giornali e telegiornali spagnoli hanno parlato della vicenda con toni accesi attaccando l’iniziativa e segnalandola come un “incitamento all’odio”. Il PSOE (Partito Socialista Operaio Spagnolo) ha chiesto immediatamente che il bus venisse fermato perché rappresenta una “campagna di odio basata sull’intolleranza”. Immediata la reazione della giunta capitolina guidata da Manuela Carmena (Podemos) che ha fermato e sequestrato il veicolo per “incitazione a delitti di odio” e per aver disatteso le ordinanze municipali su traffico e pubblicità. Cristina Cifuentes, del Partido Popular e presidente della Comunità di Madrid, ha definito l’iniziativa “impresentabile” ed “illegale”. Fautrice di una legge che impone l’insegnamento della teoria gender nelle scuole, Cifuentes ha aggiunto: «Certi messaggi possono incitare a comportamenti incompatibili con una società avanzata per motivi di orientamento sessuale».

Pablo Iglesias, fondatore di Podemos, ha ironizzato: «Ciò che è chiaro è che, anche se quelli di Hazte Oír hanno pene e vagina, ciò che gli manca è il cuore» indicando nella campagna un attacco frontale alle “politiche di protezione” verso la comunità LGBT. Pedro Sanchez, segretario del PSOE ha chiosato: «Il mio rifiuto assoluto ad una campagna vergognosa e miserabile». Il partito Ciudadanos ha parlato di «un attentato contro i minori transessuali» che «fomenta l’odio e la transfobia». La socialista e attivista lesbica Ángeles Álvarez (PSOE) ha denunciato al congresso che l’associazione in questione «invia messaggi contro un gruppo di persone motivata da pregiudizi al fine di incitare all’odio e alla discriminazione». La portavoce socialista nella comunità di Madrid, Purificación Casapié, ha parlato di «campagne contrarie alla dignità delle persone» mentre Rita Maestre, portavoce del comune di Madrid, ha dichiarato «Nessuno spazio per la transfobia nelle nostre strade». Le proteste arrivano da tutto il paese. La sindaca di Barcellona, l’attivista Ada Colau, ha scritto su Twitter che «A Barcellona non c’è posto per autobus lgbtfobici» (sic!). Addirittura la figlia di Bill e Hillary Clinton si è pronunciata sulla questione affermando che in Stati Uniti non sono graditi questi pullman. Il clima rovente acceso da queste dichiarazioni ha portato a molte minacce e denunce contro Hazte Oír, tra cui la minaccia di dare fuoco all’odiato veicolo.

La risposta di Hazte Oír.

«Il pullman non è omofobo ma dice la verità! Non vuole offendere ne discriminare nessuno, ma semplicemente riconoscere un dato biologico che tutti studiamo a scuola». Si difende così Ignacio Arsuaga, presidente fondatore della piattaforma Hazte Oír, appellandosi al dato biologico, alla natura, che prevede la distinzione tra esseri umani maschi dotati di pene e di esseri umani femmine dotate di vagina. Una spiegazione che non concorda con il principio fondamentale della teoria gender secondo il quale la biologia non ha voce in capitolo quando si tratta di scegliere il genere di appartenenza. Così infatti ha risposto la dottoressa M. del Pilar González Solano vicepresidente della società di Pediatria di Madrid: «il genere è nel cervello, non nel corpo»!

«Stiamo ricevendo enormi quantità di attacchi e insulti» ha affermato Arsuaga che ha chiesto ai cittadini di appoggiare la campagna condividendo sui social networks l’immagine del bus della discordia con l’hashtag #ElbusQueNoMiente (Il bus che non mente).

«La campagna “El bus que no miente” – spiega Arsuaga – vuole suscitare una presa di coscienza di fronte al tentativo dell’ideologia gender di monopolizzare la libertà di pensiero a partire dalle scuole e dai bambini. Il messaggio è molto chiaro, si basa sulla realtà e sulla scienza: “I bambini hanno il pene. Le bambine hanno la vagina”. Ma, a quanto pare, affermare questa realtà in Spagna è diventato un delitto!»

«Comunque vada a finire questa campagna passerà alla storia per aver scoperchiato i forti tentacoli che uniscono le organizzazioni gay e lesbiche con molti dei nostri politici e con la maggior parte dei mezzi di comunicazione. Questo è servito per mettere in evidenza le bugie sulle quali si basa la loro dottrina e per scatenare la loro vendetta. Un linciaggio che sta diventando brutale da tutti gli schieramenti politici e mediatici, le cui dichiarazioni e titoli incitano all’odio e alla violenza contro di noi di Hazte Oír»

Arsuaga denuncia di aver ricevuto anche minacce di morte sulla segreteria telefonica della associazione e mette a disposizione un link per ascoltare le registrazione audio delle intimidazioni rivoltegli. Gli attacchi si sono perpetuati anche via web con tentativi di hackeraggio al sito HazteOir.org (anche il portale italiano di CitizenGo, costola di HO, ha ricevuto nei giorni scorsi attacchi informatici che hanno impedito l’accesso al sito).

Una dittatura contro la libertà di espressione: è allarme globale.

Questo episodio mostra in maniera lampante un attacco frontale alla libertà di espressione e l’esistenza di una dittatura ideologica che sta prendendo sempre più piede in Europa. Una agenda politica ben orchestrata e sottomessa ai dettami del mondo LGBT. Il reato di opinione non è più una realtà così lontana come dimostra la legge liberticida approvata in Francia contro chi si pronuncia in maniera pubblica contro l’aborto.

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The Federalis: il transgenderismo nuova “isteria di massa”

L’episodio del bus di Hazte Oír riguarda l’ultimo cavallo di battaglia dell’agenda LGBT: il transgenderismo e, in modo particolare, quello infantile. Sono sempre più forti le propagande volte ai più piccoli affinché considerino il cambio di sesso una realtà normale e libera fin dalla tenera età. Basti pensare alle miniserie TV lanciata anche in Italia come “Mi chiamo Jazz” e alla rivista National Geographic che ha voluto dedicare il primo numero del 2017 alle storie dei “bambini transgender” al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’argomento. Nei mesi scorsi in Spagna l’attore Nacho Vidal ha annunciato che suo figlio Nacho, ora si chiama Violetta (perché “è una bambina dentro e fuori”) e ha denunciato le difficoltà legali legate al cambio del nome e dei documenti.

A questo proposito, a novembre del 2016, lo psichiatra americano Richard Corradi – professore di Medicina presso la Case Western Reserve University di Cleveland (Ohio) – ha pubblicato un articolo sulla rivista The Federalist dove definisce il “transgenderismo” una “isteria di massa” simile alla pseudo scienza degli anni ’80. Per il prof. Corradi l’agenda LGBT è “a digiuno di basi scientifiche e orientata a creare un’identità collettiva mediante la vittimizzazione”.

In Spagna hanno alzato la voce diversi intellettuali, docenti e vescovi per sottolineare il pericolo di questa nuova forma di dittatura. Mons. José Ignacio Munilla, vescovo di San Sebastián e autore di numerosi libri ha denunciato  la dittatura ideologica che dilaga in Spagna: «La nostra società è passata dal lemma di Voltaire “Non condivido ciò che dici, ma sarei disposto a dare la vita affinché tu abbia il diritto possa dirlo”, alla censura e alla persecuzione contro ciò che è considerato politicamente scorretto». «Visto questo cambiamento radicale, l’unica cosa che mi viene in mente è che chi prima invocava la libertà di espressione, lo faceva come strategia per ottenere il potere, senza credere realmente nella libertà di coscienza».

Anche l’intellettuale Juan Manuel de Prada, autore prolifico e penna di prestigio del nazionale ABC ha attaccato duramente la censura di Hazte Oír: «Questa reazione obbedisce all’offuscamento della coscienza di cui parla Isaia (Is 5,20), che chiama la notte giorno, e il male bene. Allora quando qualcuno dice che il giorno è il giorno e il bene è bene, crea scandalo. Questo offuscamento è collettivo, ma è stato creato dai nostri rappresentanti politici». «Tutto ciò – affonda De Prada – contribuisce a chiarire le posizioni e a che molti cattolici che hanno collaborato col male durante molti anni, restino esposti davanti ai riflettori e mettano fine alla farsa. Ciò evoca la favola del re nudo. La malattia sociale è così assoluta che il re è nudo e tutti applaudiamo i suoi vestiti. Questo autobus è quel bambino che mette nella verità a molta gente sottomessa e distrutta».

Ora, forse, ad un secolo di distanza, possiamo capire quella straordinaria profezia di Chesterton che in tempi non sospetti, raccontava cosa sarebbe successo in Europa, molti anni dopo la sua morte…

La grande marcia della distruzione intellettuale proseguirà. Tutto sarà negato. Tutto diventerà un credo. È una posizione ragionevole negare le pietre della strada; diventerà un dogma religioso riaffermarle. È una tesi razionale quella che ci vuole tutti immersi in un sogno; sarà una forma assennata di misticismo asserire che siamo tutti svegli. Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate. Noi ci ritroveremo a difendere non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Combatteremo per i prodigi visibili come se fossero invisibili. Guarderemo l’erba e i cieli impossibili con uno strano coraggio. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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4 pensieri su “Spagna: Polemica contro la natura: quando la verità diventa “illegale”

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  2. Gianluca in ha detto:

    Mi piace questo articolo, concordo con il pensiero dell’autore del blog, profetica e terrificante la citazione di Chesterton.

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