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"Rinunciare a tutto per salvare la testa" •

Meno figli per salvare il pianeta. In Vaticano arriva Foer


Desta ancora una volta preoccupazione il modo in cui in Vaticano si affronta la cosiddetta “crisi climatica”. Non solo il nuovo documento Laudate Deum vieta ogni dubbio nei confronti della tesi sull’origine antropica del riscaldamento globale ponendo fine ad ogni dibattito scientifico, ma a quanto pare, al fine di preservare il pianeta dalla imminente catastrofe, vengono legittimate idee e soluzioni che contrastano con ciò che la Chiesa ha fin’ora creduto ed annunciato.

In occasione della pubblicazione dell’Esortazione Apostolica Laudate Deum il Vaticano ha organizzato una Conferenza stampa in cui interverranno diversi personaggi del tutto estranei al nostro modo di vivere, di pensare, di credere.

Tra loro l’attivista indiana, vegetariana, Vandana Shiva, il gastronomo e attivista Carlo Petrini (che vanta un libro col Papa che lo ha definito “agnostico pio”) così come l’attivista tedesca Luisa Neubauer del partito politico Verdi, “coach” di Greta Thunberg e promotrice degli scioperi scolastici del venerdì. C’è anche il professore Giorgio Parisi che nel 2008 impedì a papa Benedetto XVI di tenere una conferenza all’Università La Sapienza di Roma.

Ma più di tutti inquieta la presenza dello scrittore Jonathan Foer (diventato “vegetariano per rispetto ai diritti degli animali”). Presentato alla conferenza vaticana come “scrittore”, Foer è autore di diversi saggi e romanzi. In uno dei suoi ultimi libri annuncia le regole pratiche per salvare il pianeta. Afferma infatti che è il nostro comportamento quotidiano a compromettere l’ambiente. È dunque urgente cambiare il nostro modo di vivere e a questo – perché no! – si può arrivare anche tramite regole e leggi imposte dagli stati (come è successo per il tabbacco, afferma, può farsi alzando il prezzo della carne al fine di renderla inappetibile ai più, …o ai più poveri). Ma tornando alle regole pratiche lo scrittore afferma che le regole base sono tre:

1) Usare meno la macchina e l’aereo
2) Fare meno figli
3) Mangiare meno carne

A parte la difficile quantificazione del “meno” finché delle specifiche leggi ci vengano in soccorso (per il meno-macchina ci si sta già attrezzando, ora anche con il sostegno del magistero papale). Immaginiamo che il signor Foer sia arrivato da New York in barca a vela, ma non staremo qui a sindacare o moralizzare su come Foer mette in pratica i suoi buoni consigli (lui stesso ammette di avere difficoltà ma di mettercela tutta). L’idea che questo giovane scrittore sia stato gentilmente invitato in Vaticano per offrire a noi – peccatori ecologici – una guida pratica per salvarci fa rabbrividire.

Ovviamente sarebbe da sciocchi credere che il signor Foer verrà in Vaticano a dire di fare meno figli. Parlerà di ciò che è gradito ai padroni di casa (già in passato, Francesco ha pubblicamente invitato i giovani a mangiare meno bistecche) e tralascierà gli argomenti più spinosi e controversi che più nettamente contrastano la dottrina biblica e il magistero sulla famiglia.

Anche perché la proposta avrebbe delle serie ricadute in campo etico se si pensa ad una auto assoluzione morale dell’aborto o a una giustificazione ecologica dell’inverno demografico che vive la società occidentale, addicendo una nobile causa superiore.

Sappiamo già, per esperienza, che avere una famiglia numerosa oggi giorno (beh, diciamo dal 1968 in poi) non è ben visto. Chi ha tanti figli è considerato persona di un livello intellettuale e culturale basso, necessariamente povero, oppure talmente ricco da poterselo permettere. Neanche in Vaticano la cosa è ben vista: avere tanti figli è un affronto, un’esagerazione, un atteggiamento irresponsabile che spesso è frutto di una lettura “integralista” dell’Humanae Vitae, lettura tipica di alcuni movimenti troppo conservatori.

Oggi però a questo “sentire” si aggiunge il “peccato ecologico” come un pesante macigno. Avere tanti figli inquina e contribuisce allo “sgretolarsi” del pianeta. Più emissioni, meno risorse per tutti. Lo hanno detto e ripetuto i giornali laici, ribadito nelle conferenze ecologiche e spiegato nei libri di Foer. Ma ora è la Chiesa che, nella sua nuova versione ecosostenibile, dichiara guerra agli inquinatori seriali. Chi ha tanti figli inquina non solo perché ogni figlio respira (e a sua volta inquina), ma anche perché produce più rifiuti, consuma più elettricità e più riscaldamento, necessita case più grandi e una macchina abbastanza grande per trasportare tutta la famiglia. Come si concilia dunque questo grave “peccato ecologico” con l’apertura alla vita che manifesta (o manifestava?) la collaborazione tra Dio e l’uomo nell’atto creativo, sempre nuovo e segno dell’amore del Creatore.

Peccato che tra i recenti dubia presentati dai Cardinali alla vigilia del Sinodo sinodale sulla sinodalità non ci sia la domanda “se fare tanti figli (quando possibile) sia ancora auspicabile”, seguendo il Magistero della Chiesa, oppure sia necessario “farne di meno” per salvare il pianeta? Un dubbio che si aggiunge a quelli del Sinodo ma che si collega a quelli già espressi perché se le unioni omosessuali possono essere benedette, va da sé che queste esse avranno un impatto ambientale meno forte e meno distruttivo di quello generato da una famiglia etero numerosa, non potendo esse procreare per natura ma solo per procura. Un dubbio al quale sembra aver risposto il Vaticano molto eloquentemente con l’invito di Foer alla Conferenza sulla Laudate Deum sulla cosiddetta “Crisi climatica”.

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5 pensieri su “Meno figli per salvare il pianeta. In Vaticano arriva Foer

  1. Tutto è davvero molto opinabile. Magari un paio di criteri ce li dovremmo dare. Il primo che non mi pare Papa Francesco ad aver posto fine al dibattito scientifico. Il quale peraltro è vivo e vegeto, secondo le regole della scienza: ogni dibattito ed evidenza è possibile e necessaria, ma quando c’è una soverchiante maggioranza di opinioni ‘esperte’, si considera che la scienza abbia una posizione. Tipo che la terra non è piatta, o altre cose così. In questo caso l’opinione soverchiante è quella che l’IPCC riconosce dopo aver messo insieme qualcosa come 15000 studi scientifici di tutte le origini. Le conclusioni sono queste:
    – aumenta in modo assurdo la concentrazione di CO2 in attmosfera
    – è sostanzialmente responsabilità dell’attività umana
    – l’aumento della concentrazione della CO2 provoca l’aumento della temperatura terrestre
    – che è causa diretta di numerosi effetti assai importanti che colpiscono primariamente i più poveri del pianeta.
    – l’ultima valutazione AR6 è più pessimistica dell’AR5: le cose stanno andando peggio di quanto pensavamo 5 o dieci anni fa (rispetto ai tempi in cui gli effetti previsti si realizzano)
    – dunque, dovremmo arrestare/invertire la tendenza

    Nessun catastrofismo, ma un minimo di lucidità ci vorrebbe quando si parla di ‘presunta crisi climatica’… Poi sulle politiche necessarie possiamo parlarne, c’è una sola cosa che non possiamo sfuggire: lo deve fare tutta la comunità umana, e soprattutto quelli che emettono di più.

    Il secondo dato di fatto, almeno per noi cattolici, è che il papa è il papa. Si può senz’altro criticare, ma ci ricordiamo anche di questo piccolo elemento di base. Mi pare che questo papa qui sia parecchio criticato, molto più dei predecessori e certamente molto più all’interno della chiesa; dunque tutto bene. Sempre il piccolo elemento ce lo ricordiamo però.

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    • Gentile sig Pallottino la ringrazio per il suo dettagliato commento. Sull’origine antropica (e sulla percentuale di impatto ha sul riscaldamento globale) temo che il dibattito scientifico sia ancora aperto. Visto anche che diverse previsioni fatte decenni fa sono state smentite dai fatti. Il problema si pone (da ora in poi) per quelli scienziati (e ce ne sono) che si professano cattolici e dunque devono ossequioso rispetto ai pronunciamenti papali. Se le loro evidenze scientifiche contrasteranno con quelle del Pontefice dovranno fare appello alla loro coscienza. E sappiamo bene cosa, a questo proposito, disse il cardinale John Henry Newman.
      Vorrei però segnalare che mi sembra avventato dare all’attuale pontefice il diploma di “più criticato” tra i pontefici. Basti pensare a Pio XII, a Paolo VI e a Giovanni Paolo II e Benedetto (per questi, oltre a quelle esterne, le critiche del sottobosco ecclesiastico furono furenti fiumi in piena ancora lungi dal placarsi). La differenza è che in altre epoche le accuse venivano per lo più da fuori, dal mondo laico che ha in odio la Chiesa e la sua missione. Oggi è evidente che il mondo extra ecclesiastico non risparmia lodi al Papa (oltre a non poche mistificazioni e strumentalizzazioni). Se questo è un buon segno lo sentenzino i postumi. Per il resto chi scrive sa bene che “il Papa è il Papa” e che risponde al nome di Francesco.

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    • Gentile sig Pallottino la ringrazio per il suo dettagliato commento. Sull’origine antropica (e sulla percentuale di impatto ha sul riscaldamento globale) temo che il dibattito scientifico sia ancora aperto. Visto anche che diverse previsioni fatte decenni fa sono state smentite dai fatti. Il problema si pone (da ora in poi) per quelli scienziati (e ce ne sono) che si professano cattolici e dunque devono ossequioso rispetto ai pronunciamenti papali. Se le loro evidenze scientifiche contrasteranno con quelle del Pontefice dovranno fare appello alla loro coscienza. E sappiamo bene cosa, a questo proposito, disse il cardinale John Henry Newman.
      Vorrei però segnalare che mi sembra avventato dare all’attuale pontefice il diploma di “più criticato” tra i pontefici. Basti pensare a Pio XII, a Paolo VI e a Giovanni Paolo II e Benedetto (per questi, oltre a quelle esterne, le critiche del sottobosco ecclesiastico furono furenti fiumi in piena ancora lungi dal placarsi). La differenza è che in altre epoche le accuse venivano per lo più da fuori, dal mondo laico che ha in odio la Chiesa e la sua missione. Oggi è evidente che il mondo extra ecclesiastico non risparmia lodi al Papa (oltre a non poche mistificazioni e strumentalizzazioni). Se questo sia un buon segno lo sentenzino i postumi. Per il resto chi scrive sa bene che “il Papa è il Papa” e che, ad oggi, risponde al nome di Francesco.

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      • Gentile Sig. Mcuart,
        il dibattito scientifico è marginalmente aperto sul livello di impatto (e di confidenza statistica circa la previsione di questo). I rapporti AR6 dell’IPCC danno conto esattamente di questo. Non lo è affatto sulla direzione e sul senso generale di questo (non lo è sulla connessione CO2/riscaldamento globale; non lo è sulla responsabilità dell’attività umana). A meno di non raccontarci favole.

        Quanto alle ‘previsioni smentite’… in realtà non sono state smentite (tranne che lei si riferisca alla forma delle curve di Malthus – siamo in tutt’altra epoca). Sul Club di Roma potremmo invece riflettere a lungo… e io argomenterei che il progresso tecnologico ha solo posticipato le questioni che puntualmente si ripresentano adesso; e all’epoca (credo anche adesso…) non molti hanno capito il senso di quelle argomentazioni, senza pensare che quella modellizzazione non era di per se ‘la voce della scienza’ ma era la voce di alcuni scienziati che stavano guardando oltre al loro naso, più o meno dove siamo adesso. Ma il discorso sarebbe lungo, e comunque l’IPCC è ora nettamente su un altro piano, proprio perché è un ‘metastudio’ praticamente universale.

        Non credo proprio che la fedeltà al papa sia in contraddizione con la libera ricerca sulle cose del mondo. Galileo aveva ragione, e credo che Newmann sarebbe stato dalla sua parte…

        Circa le critiche al papa. Io ho un pochino di esperienza diretta di lavoro nelle strutture ecclesiali almeno sotto tre pontificati. Non c’è alcun livello di paragone con il fuoco a palle incatenate che si vede ora e quello che si vedeva in tempi passati. Di sicuro questo magistero aiuta a dialogare; certo – sono d’accordo che c’è un certo grado di sviamento, selezione e strumentalizzazione. Ma il gioco del dialogo funziona proprio così, l’importante è tenere i nervi saldi e mantenersi radicati sui fondamentali.

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  2. Pingback: L'étrange choix des rapporteurs venus présenter officiellement le document papal sur la "crise climatique" - Riposte-catholique

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