Contro Ruini la censura dei guardiani della rivoluzione. Necessario tornare a Dio per contrastare l’ateismo anonimo

Fuoco amico contro il card. Ruini che paga l’aver osato incoraggiare la Chiesa al dialogo con Matteo Salvini, un politico demonizzato da gran parte della gerarchia e dell’intelligenza cattolica che s’indentifica con l’ideologia dei democratici
È realmente una triste vicenda quella che, in questi giorni, ha visto il cardinale Ruini sommerso da una furiosa polemica per il solo fatto di aver invitato la Chiesa italiana al dialogo col partito e la persona di Matteo Salvini. Evidentemente l’invito nasce dalla consapevolezza che un dialogo non c’è e non sembra che ci sia l’intenzione di costruirlo. Tuttavia sembra pacifico e sommamente auspicabile affermare che la Chiesa debba trovare il modo di rimanere sempre in dialogo con tutte le forze politiche e non solo con una parte di esse. Ne va la missione stessa della Chiesa che è quella di far presente Cristo nel mondo, di santificare gli uomini e di portarli a Cristo, attuando nel mondo il mistero della Salvezza attraverso i Sacramenti (cfr. CCC 1086-1087). È proprio in virtù di questa sua missione che la Chiesa ha il dovere di contribuire all’edificazione del bene comune invitando “i poteri politici a riferire i loro giudizi e le loro decisioni a tale ispirazione di verità su Dio e sull’uomo”, senza mai confondersi con la comunità politica o, tantomeno, con un solo partito (cfr. CCC 2244-2246).
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