Responsabilità dei sacerdoti nella cura pastorale degli omosessuali (e la versione del gesuita)

Il sacerdote gesuita José Maria Rodríguez Olaizola ha pubblicato una lettera di sostegno alla comunità LGBT in occasione del mese dedicato al cosiddetto “orgoglio gay”. Lo ha fatto sul sito sj pastoral (un progetto dei gesuiti che mira all’accompagnamento dei giovani) per mostrare affetto e vicinanza ad una comunità perseguitata e, a suo dire, “sommamente incompresa” anche all’interno della Chiesa. Il sacerdote gesuita si rammarica perché, a causa della pandemia, quest’anno non ci saranno “carrozze, sfilate e moltitudini” che manifestino a favore del diritto all’amore, ma anche per il fatto che nel 2020 siano ancora necessari dei “gay pride” per rivendicare diritti e condannare rifiuto e persecuzione.
«Un giorno il Gay Pride o qualsiasi altro [giorno dell’] orgoglio non saranno necessari» afferma il gesuita. «Il giorno in cui ognuno riconoscerà la dignità delle persone, di ogni persona, senza che l’orientamento sessuale sia un problema per nessuno. Il giorno in cui il “cooming out” non sarà una novità, perché sarà considerato normale».
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